Il servizio di
televigilanza, con scopo di anti-taccheggio e anti-rapina, non deve consentire
forme di controllo a distanza dei lavoratori. Gli esercenti devono segnalare
adeguatamente la presenza di telecamere e affidare la gestione del servizio a
guardie giurate.
Queste le indicazioni
del Garante che, in seguito all'attività ispettiva
condotta dalla Questura di Genova, ha bloccato il trattamento dei dati
effettuato tramite il sistema di videosorveglianza installato in un esercizio
di un'importante catena commerciale.
Dalle verifiche
effettuate è emerso che la società aveva violato in più punti l'accordo che era
stato sottoscritto con i sindacati per l'installazione delle telecamere sul
luogo di lavoro. Una videocamera, ad esempio, invece che essere utilizzata per
finalità di sicurezza, inquadrava il sistema di rilevazione degli accessi dei
dipendenti, consentendo quindi, in contrasto con quanto sottoscritto
dall'azienda e con lo stesso Statuto dei lavoratori, il controllo a distanza
dei lavoratori.
Le immagini registrate
risultavano poi accessibili con modalità diverse da quelle concordate. Non
erano in regola neppure i cartelli con l'informativa semplificata utilizzati
per segnalare la presenza dell'impianto di videosorveglianza: non solo non
contenevano tutte le informazioni necessarie, ma erano in numero esiguo e, a
volte, collocati in posizione non chiaramente visibile (ad es. alle spalle di
un espositore). Dai riscontri della Questura è emerso, inoltre, che l'impianto
di videosorveglianza era stato affidato in gestione a un consorzio di ditte
esterne che utilizzava per il servizio personale non qualificato. Chi effettuava
il controllo delle immagini era, infatti, privo della licenza prefettizia di
"guardia particolare giurata", necessaria per poter svolgere funzioni
anti-rapina e anti-taccheggio, e non era stato designato incaricato del
trattamento dei dati personali.
Il Garante della privacy
ha imposto all'esercente di provvedere a sanare tutte le violazioni riscontrate
e ha bloccato il trattamento dei dati effettuato attraverso il sistema di
videosorveglianza. Ha anche trasmesso copia degli atti e del provvedimento
all'autorità giudiziaria al fine di valutare gli eventuali illeciti penali
commessi.
(Fonte: Garante per la protezione dei dati personali)