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8 novembre 2013

Rischia il licenziamento il dipendente che gioca al pc

Rischia il licenziamento il lavoratore che gioca al pc in ufficio.
La Corte di Cassazione, con sentenza n.25069/2013, ha accolto la richiesta di un'azienda, contro il verdetto della Corte di Appello di Roma che aveva annullato il licenziamento di un dipendente che utilizzava il computer dell'ufficio per giocare, in maniera non sporadica, "nel periodo di oltre un anno, di 260-300 ore", si legge nella sentenza, provocando "un danno economico e di immagine all'azienda".
I giudici di secondo grado avevano annullato il licenziamento poichè nella lettera di contestazione, ritenuta generica, si faceva "riferimento ad un solo episodio concreto", in modo tale da "non consentire al lavoratore una puntuale difesa".
La sezione lavoro della Cassazione ha accolto invece il ricorso dell'azienda, ritenendo illogica la motivazione della Corte di Appello sottolineando che "l'addebito mosso al lavoratore di utilizzare il computer in dotazione a fini di gioco non puo' essere ritenuto logicamente generico per la sola circostanza della mancata indicazione delle singole partite giocate abusivamente dal lavoratore"